mercoledì 24 settembre 2008

L'America non esiste, io lo so perché ci sono stato

http://www.youtube.com/watch?v=0TNOlPOgamU



Migrazione. Il coraggio che spinge ogni giorno uomini e donne di tutto il mondo a mettersi in cammino per cercare una vita degna di questo nome.

ROBERTO GHO
Migrazione. La speranza che da’ la forza di abbandonare un mondo per costruirsene un altro, altrove.




La verità spesso è fatta di più facce. Sfumature. Ambiguità. MAURIZIO FRUMENTO






Lo spettacolo non si propone di dare risposte né di esaurire un argomento così vasto. Quello che si propone è di raccontare storie. Storie di ieri. Di oggi. Storie dimenticate. Non ascoltate.
Storie che ruotano attorno a quella sottile linea di demarcazione che si chiama “confine”.

PIERUGO BERTOLINO

Una linea reale o immaginaria che separa, divide. Una linea che include o esclude. Che rimarca le differenze e che impedisce gli incontri.

ERIS CARBONE

MARCO BARICOLA


Attraverso le storie di persone che quotidianamente tentano di superare il confine; attraverso le storie dei nostri nonni che hanno attraversato confini che gli si sono chiusi alle spalle come recinti, ghetti;

ARIANNA SALE





attraverso le storie di tutte le persone a cui si sbarra la strada perché non minaccino sicurezze,


GIORGIO SCHICCHITANO
storie di illusioni, delusioni,


DOMENICO CATALDI
speranze, fatiche, rinunce;


OTTAVIA BRUNETTI

attraverso storie e visi, ognuno dei partecipanti al percorso di laboratorio che si conclude con questa rappresentazione teatrale, fa i conti con questa linea, con l’idea di una barriera che taglia fuori, spesso senza possibilità di appello.

Il tema è stato scelto dalle stesse persone che lo porteranno in scena. Il percorso che ha portato fin qui, è stato un percorso di conoscenza, di incontro, di resistenze da superare e di piccole diffidenze a cui restituire fiducia.
Un cammino sostenuto e accompagnato dalla preziosa e fondamentale presenza di Franco Fuselli a cui vanno degli affettuosi ringraziamenti.


Elena Dragonetti


Lo spettacolo è nato da una sperimentazione di laboratorio teatrale ispirato a personaggi reali.
La tematica affrontata riguarda il fenomeno delle migrazioni dei nostri giorni dai paesi poveri verso l'Italia, e degli italiani verso l'America durante la prima metà del '900.
I personaggi si alternano raccontandosi, con la suggestione di accompagnamenti musicali, in modo atemporale, come personaggi in cerca di autore.
La trama è retta da un narrante che traccia un itinerario di riflessione e liason (collegamento) tra storie differenti, unite dallo stesso destino del viaggio.
La musica che sostiene questo percorso diventa un elemento corale nella conclusione della pièce con una canzone inedita e suggestiva dal titolo significativo “Il Viaggiatore”.
L'opera può essete proposta a scuole medie inferiori e superiori e a un pubblico adulto, e stimola riflessioni sul meticciato, sui nuovi razzismi, sui diritti negati, sui bisogni dei popoli, sulla tolleranza e sul principio dell'universalità. E' un passaggio di memoria e di saperi in cui l'evento della migrazione si trasforma, attraverso gli stessi protagonisti e le emozioni che trasmettono, in storie di tutti in cui ognuno si può riconoscere al di là dei “confini”.
Confini che ognuno di noi crea per paura, ignoranza, pregiudizi.
Lo spettacolo rappresenta una nuova prospettiva di speranza da affidare alle nuove generazioni.
Regia di Elena Dragonetti

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